martedì 26 febbraio 2008

Viva Re Filippo

Se tutti abbiamo un destino, o disegno divino, se preferite in questi tempi di grande devozione elettorale, quello di Filippo Inzaghi da Piacenza deve essere stato scritto dalla fata (o dall'angelo) che inventò la «tattica del fuorigioco», quella ingegnosa trovata che affida il risultato di una partita al buoncuore e alle cornee di un semidilettante detto «guardalinee» o «assistente», nel nuovo calcistichese corretto. Se la formidabile invenzione del «facciamo tutti assieme un passettino in avanti e poi preghiamo che quello là con lo straccio in mano se ne accorga» non fosse mai avvenuta, sospetto che Inzaghi sarebbe desaparecido nella provincia del calcio dalla quale proviene. Ma la fata, o l'angelo, decise, quando lui nacque, di creare la difesa a zona in linea e il futuro Pippo scoprì quello che il signor Barnum, i produttori del Grande Fratello, gli analisti di Borsa e i fabbricanti di videopoker sanno: che investire sulla stupidità umana rende più del petrolio, perché la dabbenaggine è infinita.Inzaghi non mi è simpatico e non è simpatico a molti. Non ha quell'aria da suorina furba che rende Del Piero adorato da tanti né la faccia strafottente di Cassano (grande!) o lo sguardo da lazzarone furbo di Totti. Le sue espressioni normali sono quelle della maschere della tragedia greca sempre esagerate, disperazione, orrore, sbigottimento, incredulità, estasi e la sua abilità di tuffatore in area non lo avrebbe reso caro a De Coubertin.Ma a quasi 35 anni, e con 63 gol in gare ufficiali Uefa - record assoluto - questo assatanassato, questo tarantolato dell'area di rigore è l'esempio di come un calciatore non particolarmente dotato possa, anno dopo anno, infortunio dopo infortunio, club dopo club, ancora essere decisivo, come domenica contro il Palermo, semplicemente sfruttando la logica delle probabilità. Sapendo cioè che non devi fare fessi tutti i guardalinee tutte le volte, come avrebbe detto Abraham Lincoln, celebre «mister» americano, ma soltanto uno, uno alla volta, per diventare il più grande «goleador» nella storia della Uefa.

Vittorio Zucconi, il Giorno, martedì 26 febbraio 2008

giovedì 21 febbraio 2008

Ipse dixit

«Oggi all'Olimpico di Roma é come se i libri di storia si riaprissero: la squadra é giovane e con poca esperienza in questa Europa, contro i Galli, i nemici di sempre. Spalletti, che un pò druido è, ha capito che in questo stadio, con questo pubblico, oggi per gli amici di Asterix non ci deve essere pozione che tenga, oggi Hic Sunt Leones»
Fabio Caressa:
prologo all'incontro di Champions League 2006/07 (andata degli ottavi di finale) tra Roma e Lione del 21 febbraio 2007.

martedì 19 febbraio 2008

L'isola che non c'è

Genova è l'isola che non c'è. Peter Pan incanta, ride, scherza e si prende gioco dei terribili pirati con il vessillo sdrulcito del grifone, guidati dal crudele Giacomo Uncino e dal maldestro Spugna; Michele, Gianni, Wendy (a Genova la chiamano Reto Ziegler) e Carambola si divertono al Marassi.
Peter Pan è facilmente identificabile, con i capelli da ragazzino e il 99 sulle spalle (nove come tre volte tre, novantanove come i canti della Commedia).
Patto con il Diavolo (a cui, birbante di un Peter, ha venduto Trilly Campanellino, che gioca in un'altra Neverland con la maglia 21 e fa incantesimi sempre più belli) in cambio di eterna e irresponsabile giovinezza.
Peter Pan, un pò Robinson Crusoe, un pò Arturo Gerace; un pò Oliver Twist, un pò Billy Elliot; un pò Pinocchio e un pò Gianburrasca. Di domenica un pò Gianni Rivera e un pò Zinedine Zidane...
E allora, caro Peter, bentornato a Futbolandia, l'isola del calcio che non c'è.

lunedì 18 febbraio 2008

Atto di forza

LONGOBARDA - TEO F.C. 0-5
Non c'è niente di meglio che conquistare la prima posizione in classifica con un perentorio e inopinabile atto di forza. Così la Teo F.C. infierisce sull'inerme Longobarda con reti di Del Piero (2), Rocchi (2) e dell'ultimo arrivato Mannini.
Perde invece, costretta in dieci dall'espulsione di Panucci, la Lizkaino contro i Nerazzurri (1-0, decide Cassano).
Bel pareggio tra Pascariello e la vivace Real Felix: 2-2, con Kuzmanovic e Giovinco in risposta a Di Natale in stato di grazia.
Flynet e Ceranova fanno 1-1 (Suazo, Vargas), mentre l'Estudiantes torna a vincere (Pazzini, Modesto) superando fuori casa la Bosa Ichnusa (Maggio) in caduta libera.

Croce e delizia

Viva Cassano quando ride perchè è uno spot del calcio. Quando gioca come fa da mesi, senza regola, ma con costanza, correndo sopra le righe, ma sempre con un lieto fine.
Chissà se questo ragazzo dal talento straordinario è davvero tornato, e chissà se, come dice Capello, può essere leader solo in una squadra in cui non ha concorrenti. Di sicuro è tornato a fare la differenza. Che abbia ragione Gasperini o Mazzarri nella battaglia di chi meritava di più, è evidente che ha deciso Cassano. Su di lui i falli commessi da Danilo prima dell'espulsione. Suoi i dribbling e gli assist che alla fine hanno aperto il Genoa. È sua la qualità che sta facendo della Samp una squadra diversa, adesso davvero in corsa per qualcosa d'importante, perfino per un posto in Champions.
Viva il Cassano che ride di sè e del suo calcio, che sa di essere diverso e non si limita, lo dice e basta, talmente fuori convenzioni da organizzare un suo modo di essere normale, sempre ridendo e sempre dicendo che comunque chi sta con lui vive su un vulcano addormentato. Può sempre assistere a un'esplosione. Non cerca nemmeno di coprire le intransigenze, quelle che allargano le sue proteste, le sue offese agli arbitri, quelle che costerebbero forse più di un'ammonizione. È andato talmente oltre nella comprensione di sè da essersi accettato, ha trasformato anzi i suoi problemi in vantaggi e ha chiuso la seduta. Adora la sua sincerità e la cosa più sincera che conosce è che il numero uno è lui. In effetti c'è un piccolo coro che s'allarga, il numero uno è lui. Perchè non dovrebbe dirlo?
Viva allora il Cassano che sorride e divide, quello che detesti solo quando non sta con te, quello che taglia una partita come fosse panna e se la mangia in un boccone. Difficile non fare i conti con questo Cassano. È decisivo e rumoroso, raffinato e elementare. È come avesse il bisogno di essere coniugato con il calcio degli altri, un'armonia imperfetta, ma che alla fine paga. Ma sembra tornato il momento in cui la domanda deve soprattutto rovesciarsi: viva il Cassano che costringe gli altri a coniugarsi su di lui. A capire che la diversità esiste solo perchè lui la inventa.

Ilaria D'Amico, la Gazzetta dello Sport, lunedì 18 febbraio 2008

giovedì 14 febbraio 2008

Arrivederci Ronie

Forse perchè in questo istante la preoccupazione di non poterti più rivedere giocare incantando è così forte e sentita...
Forse perchè la mia generazione non dimenticherà mai le tue meraviglie calcistiche...
Forse perchè i tuoi sorrisi hanno conquistato tutti e le tue lacrime tutti hanno commosso...
Per questi e per altri innumerabili motivi a Futbolandia -dove sei stato amato sempre e incondizionatamente- nessuno si dimenticherà mai di te.
E se un giorno potrai tornare ci vedrai ancora una volta emozionati, in piedi ad applaudirti ancora una volta...
Arrivederci Ronie

lunedì 11 febbraio 2008

Principio d'equilibrio

Lizkaino - Pascariello 2-0 (Panucci, Vannucchi)
Nerazzurri - Flynet 2-0 (Cambiasso, Tavano)
Real Felix - Estudiantes 2-1 (Camoranesi, Kuzmanovic, Pazzini)
Teo F.C. - Bosa Ichnusa 1-0 (Nedved)
Ceranova - Longobarda 0-1 (Amauri)

Teo F.C. e Lizkaino raggiungono in prima posizione la Ceranova battuta di misura. Ora le tre regine del campionato sembrano destinate ad avvicendarsi in testa secondo l'ermeneutica di un nuovo auspicabile principio d'equilibrio. L'Estudiantes perde invece nello scontro diretto l'opportunità di riavvicinarsi in classifica alla Real Felix. Preoccupante calo della Bosa Ichnusa ancora sconfitta.

domenica 10 febbraio 2008

L'irresistibile Brunetto

Il 10 febbraio 1974 Nils Liedholm, allora allenatore della Roma, fa esordire in serie A Bruno Conti.
Il diciottenne di Nettuno gioca da ala sinistra nella sfida dell'Olimpico contro il Torino di Giagnoni (0-0 il risultato finale). In serie A -quasi sempre da ala destra- Bruno Conti ha giocato 304 gare (tutte in giallorosso) segnando 37 reti.
In Nazionale, dove esordisce nel 1980 con Bearzot, vanta 47 presenze e 5 gol (11 presenze e un gol -nel 1982 in Italia-Perù 1-1- nei Mondiali '82 e '86). Bruno Conti è stato campione del mondo nel 1982 mentre con la Roma ha vinto uno scudetto nell'83 e quattro coppe Italia (1980, '81, '84 e '86). Finalista di Coppa dei Campioni nel 1984 con la Roma sconfitta ai rigori (3-5) allo Stadio Olimpico dal Liverpool di Fagan.

lunedì 4 febbraio 2008

Le scale da salire sono scivoli

Pascariello - Estudiantes 0-3 (Borriello, Ibrahimovic, Mauri)
Flynet - Lizkaino 0-0
Longobarda - Nerazzurri 0-0
Real Felix - Teo F.C. 2-1 (Rosina, Pato, Nedved)
Bosa Ichnusa - Ceranova 2-1 (Maggio, Miccoli, Lavezzi)

Prosegue la problematica risalita in classifica dell'Estudiantes dopo aver abbandonato l'ultima posizione. Ceranova ancora sconfitta e campionato ormai riaperto, con Real Felix -in virtù delle ultime vittorie- vicina alle prime posizioni.

domenica 3 febbraio 2008

De vulgari imperitia

Tu quoque amice mi! Devo scusarmi per aver dubitato dell'indiscussa autorità dell'Inter capolista che anche oggi avrebbe incantato il mondo calcistico con i favori conquistati della Diva Eupalla se quel debosciato di un direttore arbitrale non avesse fischiato sempre a sfavore, come a Siena, come contro il Parma, come a Udine (e pensare che si inventano persino infortuni di lunga degenza per Mesto pur di colpevolizzarvi, che complotto, che bassezze!)...
Ma Signor arbitro, l'onnisciente Mancini ha fatto bene a puntarvi il dito contro: non era rigore su Saudati! E se Materazzi dopo l'incontro ha candidamente postulato di aver commesso fallo, è stato soltanto per la proverbiale acutezza intellettuale di cui da sempre è primo depositario! E com'è incantevole vederlo litigare coraggiosamente e difendersi a spada tratta contro tutti quei bravacci empolesi! Quanto orgoglio, amice mi, devi provare nel vedere l'italianità rappresentata con una così rarefatta sublimazione, quanta invidia che provo per te, amice mi!
Signor arbitro, che abbaglio ha avuto quando ha espulso Vieira, l'antropoformizzazione della correttezza sportiva! Dovrebbe prendersela piuttosto con quegli attempati giocatori in casacca rossonera: a memoria d'uomo non si ricorda di un solo benchè minimo insulto a Lei rivolto da parte loro... detestabili falsi moralismi, deprecabili buone maniere, tutta colpa di quel Baldassar Castiglione, se non si fosse intromesso tutti noi potremmo ancora permetterci di vivere con la clava sulle spalle come ancora fanno -nella loro encomiabile trasparenza bucolica- quegli splendidi esemplari di ominidi, al secolo Ivan Ramiro Cordoba, Nelson Rivas e Sinisa Mihajlovic.
E che sacro afrore quel gaucho con i gradi di capitano che la invita con tale emendata affettazione a prendere provvedimenti disciplinari nei confronti di quel gradasso di Abate, entrato con intraducibile violenza sulle membra di Maxwell. Bastone e carota Signor arbitro, nei confronti di questi giovani indisciplinati!
E poi, Signor arbitro, anche Buscè andava espulso! Oltre a glissare con impertinenza sul suo siderale fuorigioco, non si è nemmeno adoperato per riconsegnarvi la palla inchinandosi al vostro cospetto per l'imbarazzo dell'impunità appena concessa!
Soltanto sull'episodio del rigore, Signor arbitro, devo proprio complimentarmi: di testa la palla non la si può colpire in aria di rigore! È una regola vecchia come il mondo! Cari Couto e Vannucchi, quanto siete stati sprovveduti!
Insomma, non si può ottenebrare con tutti questi imperdonabili errori la meraviglia calcistica di questa irresistibile Inter! Basta combutte!
Con quanta accuratezza -Signori delle caste nerazzurre- vi siete chiusi nel vostro imperturbabile raccoglimento, nel vostro silenzio intellettuale. Chissà quanta amarezza starete provando nei confronti di questo immedicabile disfacimento del calcio italiano; soltanto voi siete rimasti come fortilizio impenetrabile contro questa dilagata corruzione dei costumi, i campioni dell'onestà!
Per qualche refuso reiterato sugli almanacchi c'è sempre scritto che sono quegli svergognati dei vostri concittadini scacciavitari a vincere in Europa e nel mondo. Che presunzione! Che sfrontatezza! Chissà se mai impareranno qualcosa da Voi, quello stolto di Leonardo, quello sconsiderato di Braida, quell'antennista vanesio d'un Galliani! Imparate l'arte e mettetela da parte, sciacquatevi la bocca prima di permettervi di pronunciare anche soltanto il nome del Dottor Moratti, dalle guise così epicuree! I veri signori non sono interessati a «quei tornei in Giappone» così insignificanti perchè frutto esclusivo di immeritatissime fortune sportive e convergenze astrali... Signor Berlusconi, non si fanno gestacci in tribuna durante i derby, non si denigrano così trivialmente le madri dei vostri ormai paffuti ex giocatori... ma come! Dopo gli innumerabili e splendidi successi personali ancora non avete imparato a vincere una stracittadina? E voi, saccenti milanisti, non lo sapete che se vi viene concesso il privilegio di giocare al Mestalla dovete -non appena vi sarà consentito- rendere gli onori a chi vi ospita così cordialmente inscenando una bella corrida? «Matalo, Burdisso, matalo!»
Sono proprio invidiosi dei vostri incorrotti titoli nazionali (e si dimenticano sempre di quelli internazionali, chissà poi perchè!) quegli arroganti tifosi milanisti privi di ogni cognizione, quei presuntuosi "dalle grandi orecchie", altro non fanno che bearsi dei loro inservibili fasti ateniesi e non vedono l'ora di concedervi one more time le briciole dei loro trimalcionici conviti o di sollecitarvi a difendere i vostri scudetti dalla insidie dei più deboli sistemandoli nei vostri più sicuri pertugi. Ignorantia juris neminem excusat! Perdonateli quei miseri milanisti perchè non sanno quel che fanno... e quel che vincono.