mercoledì 5 marzo 2008

La caduta degli Dei

di Andrea Garnero

Prima o poi doveva succedere ed è accaduto. Il Milan, pluricampione d’Europa e del Mondo 2007, è stato eliminato agli ottavi di finale con il classico risultato all’inglese: 2 a 0 e “tutti a casa”. Rabbia? Tristezza? Amarezza? Delusione? No, niente di tutto questo, perché più di così non potevano fare.
Colpe della società? Colpa dei giocatori? Colpa dell’arbitro? No, niente di tutto questo, perché credo abbia ragione Mario Sconcerti quando scrive: «Ieri sera è calato definitivamente il sipario su una grande stagione, ma il Milan era arrivato al suo limite già molto tempo fa. È stato spremuto fino all’ultima goccia del suo talento». Ebbene sì, il Milan è stato “giustamente” spremuto. Non resta quindi che giocare a testa alta, onorare l’autorevole avversario e guardare avanti.
Un Milan vincente ogni anno? No, ne serve uno convincente ogni anno e vincente ogni tre o quattro. Il Milan, questo Milan di Ancelotti ha vinto tutto e non può vincere di più. La stagione 2006-2007 resta indimenticabile per un tifoso rossonero. Ora non voglio parlare di stagioni passate, partite eroiche perché quelle le conosciamo e fanno la storia del calcio. Ripeto, a testa alta guardare avanti nella vita; il Milan è il Milan anche quando non vince nulla.
Stagione fallimentare? No, niente di tutto questo, perchè il fallimento dove starebbe? Uscire dalla Coppa Italia che in via Turati non “fa bacheca”? Arrivare (si spera) quarti in campionato per giocare i preliminari? Ci sono, facciamoli. Non vincere lo scudetto? Lo vincano i più forti, non sempre si può essere i più forti. Non perché ti chiami Milan devi sempre vincere, ci possono essere e ci sono anche stagioni storte.
Al Milan piace Montecarlo, al Milan piace il “Sol Levante”. Il Milan ci tornerà perché quella è la sua storia e sarà la sua leggenda. Il merito non è che del Nostro Presidente perché è così e chi non lo vuole ammettere, non è degno di tifare per questa squadra. È lui l’artefice di tutto questo. Ed è proprio per lui e per i ragazzi che a fine partita, seduto al mio posto mentre lo stadio si svuotava, mi sono accesso una sigaretta e li ho ringraziati né con un applauso, né con una risata, ma semplicemente restando lì a vederli uscire. Sapendo che i miei compari (Fabio e Felice) avrebbero impiegato una buona ventina di minuti a uscire mi sono letteralmente goduto quel momento. I tifosi ospiti in festa, i gunners in festa e i nostri che non vedevano l’ora di uscire dal campo. È stato tutto bellissimo, emozionante e stancante psicologicamente. Perché anche questo è il Milan, restare lì seduti e vederli uscire anche dopo un’eliminazione. Questo è l’insegnamento che hanno dato a noi amanti del buon calcio tutti i trofei vinti.
Il Capitano Paolo Maldini voleva arrivare a Mosca per concludere lì la carriera. Caro capitano, la tua carriera non si concluderà mai. La carriera di un giocatore si conclude solo quando quel giocatore “fugge” dalle memorie altrui. Ma tu, dove vuoi andare? Tu resti qui, nei nostri ricordi e nei nostri cuori. Quello che hai vinto lo sanno tutti. Volevi un’altra coppa dei Campioni? Lasciala vincere al prossimo capitano del Milan che sarà degno di indossare la fascia.
Grazie Milan

1 commento:

Fabio Disingrini ha detto...

Il mio rinnovato ringraziamento ad Andrea, tifoso davvero encomiabile.