di Alberto Santi
Non è più domenica, ma probabilmente non c’è di che preoccuparsi: stiamo soltanto facendo un brutto sogno, un incubo…
Perché solo negli incubi ti accorgi di tombini in ghisa allo stadio, bambini spaventati in lacrime e gente che sconsolata abbandona lo stadio ancor prima dell’inizio della partita. La cosa che più mi preoccupa è che da qualche anno a questa parte non abbiamo più avuto una notte tranquilla, soltanto una piccola illusione chiamata Berlino e niente più.
Non è più domenica: calciopoli, scommesse, tifoserie assalite e assalitrici, polizia in fuga, città che bruciano, campionati che si fermano, trasferte negate, striscioni vietati, stadi chiusi, controlli anti-terroristici, monete sugli arbitri, seggiolini in campo, risse tra giocatori e tante parole buttate al vento. Le parole di chi è a capo di questo calcio che non mi sento piu di chiamare gioco, perchè in quale gioco sono gli spettatori a deliberare come finirà la partita? Prima il pubblico guardava e i calciatori erano gli unici protagonisti, adesso gli spettatori i protagonisti e i calciatori a guardare sconsolati. Guardano quel pallone che si sgonfia pian piano senza più gonfiare la rete.
Da quando Pizzul non commenta e Baggio non gioca più...
Non è più domenica! Non è più calcio!
lunedì 12 novembre 2007
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3 commenti:
Un sentito ringraziamento al buon Mimmo per il 'pezzo' (davvero ispirato e ben scritto, complimenti) contro i ladri delle domeniche o, con maggior esattezza, i ladri di sogni...sogni di futbolandia.
Purtroppo tutto quello che è successo non c'entra niente col calcio...
Paolo
Non voglio assolutamente essere frainteso perchè quanto accaduto domenica è molto grave, ma, al fine di salvaguardare la mia Futbolandia, mi permetto di modificare il corretto messaggio di Paolo e dire che "per fortuna" quello che è successo non c'entra niente col calcio: se lo sport che tutti noi abbiamo praticato (e a cui io ho iniziato a giocare ancor prima di dire "mamma"!) c'entrasse veramente o fosse la causa di tutto quello che abbiamo sentito e visto, allora sì che i nostri sogni e futbolandia andrebbero in frantumi.
Ma così non è, a mio parere, perchè le radici degli atti beceri della scorsa domenica affondano nella nostra società e non nei nostri amati campi più o meno verdi...
Sergio
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