domenica 13 gennaio 2008

Un'emozione per volta

Caro Alexandre,
Vuoi che questa sera lo stadio sarà gremito in ogni ordine di posti per la prima del 2008 contro una squadra che, in virtù dell'antica fascinazione maradoniana, ancora gode di considerevole ascendenza calcistica e di un encomiabile sviscerato entusiasmo popolare pressochè immutato negli anni...
Vuoi che il peso della maglia rossonera numero sette, con quelle centoventisette reti segnate in meno di sette anni, per lunghi tratti di partita o di carriera ti sembrerà insostenibile e forse maledirai quel giorno di canicola, quando il tuo spontaneo vitalismo adolescenziale ti ha spinto a fronteggiare le arrischiate malie della sfida più seducente...
Vuoi che se la prima giocata avrà buon esito, allora i più giovani sui gradini salteranno in piedi in estasi contemplativa agevolando così la tua precoce investitura, ma se poi fallirai i i tre tocchi successivi, molti saccenti bravacci meneghini -infastiditi dal freddo e dall'artrosi reumatoide post rampa mefistofelica- storceranno il naso o, nella peggiore delle ipotesi, ti copriranno di improperi in endecasillabi liberi...
Vuoi che da lunghi mesi gli esteti casciavìt -insofferenti, con beneplacito del buon Gilardino, dell'ormai saturo modulo a una punta- confidano nella rinnovata efficacia di "un'agile seconda punta in grado di spaziare proficuamente sull'intero fronte d'attacco", e che le consuete macchinazioni mediatiche hanno ingrandito a dismisura il fervore dell'aspettativa, noncuranti della tua giovanissima età, del lungo 'riposo' forzato e del tuo esile fisico ancora tutto da plasmare...
Per tutte queste e altre spiegazioni, il tuo esordio tra poche ore sarà scomodo e insidioso, e quando le gambe ti tremeranno tu non ascoltarle, quando i pensieri smarriranno lucidità chiudi gli occhi e pensa alle gaudenti rive di Pato Branco, quando sentirai il fiato cortissimo e ti sembrerà di non farcela fermati fai un bel respiro e cerca, dietro le smorfie feroci dei difensori partenopei bramosi di annularti, gli occhi indulgenti del tuo capitano, di un angelo biondo, di un tuo connazionale o le espressioni bonarie del tuo nuovo allenatore, senza curarti di quel gradasso d'un Gattuso.
Gioca con la distensione di un cunctator e la grazia di un Narciso, senza l'impeto disordinato di un ussaro in livrea. Esci dal campo a testa alta comunque vada e rispondi con un timido sorriso a chi ti riserverà sinceri applausi... comunque vada.
Boa sorte piccolo Pato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti a Pato...

Ma un applauso particolare va al Napoli che ha giocato a viso aperto per tutta la partita, senza avere timore della "squadra più titolata al mondo".