lunedì 14 gennaio 2008

Questa notte è ancora nostra

Domenica 13 gennaio 2008
È una notte speciale, nessuno si senta offeso.
I cancelli dello stadio Meazza vengono aperti con largo anticipo perchè, dopo l'ultimo recente successo in Coppa Intercontinentale, il Milan sfila in parata prima della partita con il tesoro della corona, i 18 trofei internazionali che ratificano la squadra più titolata al mondo.
È la prima dei tre brasiliani, che una missiva presidenziale circoscrive vengano chiamati "il trio delle meraviglie"; a me l'accezione non piace (e verosimilmente per questo motivo Futbolandia verrà presto sottoposta a editto bulgaro, pertanto irrimediabilmente oscurata) ma bisogna ammettere che "renda bene l'idea", perchè la suggestione è innegabile sin dalla lettura delle formazioni.
L'incontro inizia ma Kakà parte lento, Ronaldo sembra in condizioni fisiche precarie, il piccolo Pato si presenta con due falli in attacco e fraseggi un pò nervosi. È ragionevole "tornare con i piedi per terra" e valutare più obiettivamente un Kakà forse momentaneamente pago della grande abbuffata di successi di squadra e gratificazioni personali, quel che resta di Ronaldo e un agitato ragazzino dalla parvenza poco credibile?
Nient'affatto: Ronaldo apre le marcature (un pò fortunosamente), Pato ha l'argento vivo e calcia (bene) in porta da ogni dove -destro o sinistro- si divora un gol (con regalino confezionato ad hoc dallo zio Ronie) ma segna Seedorf (che, in serate come questa, deve aver un pò sofferto per mancanza di attenzioni). Kakà aumenta il passo ma il Napoli (che merita un sincero e guadagnato plauso) gioca a viso scoperto, segna due reti e chiude la prima frazione in parità.
Sul tabellone di San Siro (nuovo, bellissimo, ma a quel vecchio quadro malfunzionante Futbolandia si era un pò affezionata... sigh!) scorrono le immagini dei trofei vinti: Londra, Atene, Barcellona, Manchester, Montecarlo, Tokyo; l'emozione non ha voce e ci si dimentica persino di fumare la consueta sigaretta dell'intervallo.
In un'atmosfera surreale di sospesa fascinazione ricomincia l'incontro e dopo alcuni istanti segna ancora Ronaldo. Kakà firma il 4-2 con un sofistico destro da fuori, Pato si sbarazza dell'ormai evacuato bastione partenopeo e realizza l'ultima rete della partita scaricando ogni accumulo di tensione con qualche lacrima e un cuoricino mucciniano per la nuova fidanzatina (chi non ha fatto cag**e simili a diciott'anni scagli la prima pietra...), poi salta ancora l'uomo e fionda (ancora!) da posizione improbabile.
Basta così: primo "trenta" sul libretto per la matricola numero 7 Pato (e bagno di umiltà quando, alla domanda sgangherata di un inesperto cronista in piena ansia da prestazione -ti piacerebbe essere chiamato fenomeno?- risponde -io sono soltanto Alexandre, il fenomeno è Ronie-) prima vittoria interna in campionato e cinque reti (dopo averne realizzata una sola su azione in quattro mesi) in un'unica uscita.
Kakà, Pato, Ronaldo: tre metri sopra il cielo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bevi di meno che poi non ci stai dentro