domenica 16 dicembre 2007

Rivincita di Natale

16 dicembre 2007: il cerchio è chiuso.
Il Milan è la prima squadra europea a vincere il Mondiale per Club (vinto nelle precedenti due edizioni da San Paolo e Internacional de Puerto Alegre) -nuova formula del vecchio trofeo intercontinentale FIFA-
imponendosi di misura in semifinale sull'Urawa Red Diamonds, vincitrice del titolo nazionale giapponese e della coppa asiatica (con rete di Seedorf) e in finale con largo margine sul Boca Juniors (4-2, con reti di Inzaghi, Palacio, Nesta, Kakà, Inzaghi, Ledesma).
Il Boca di Russo è una buona squadra, nonostante l'incolore settimo posto in Apertura e l'eliminazione prematura dalla Copa Americana, con buone individualità (come Palacio, Neri Cardozo e soprattutto Ever Banega, oggetto del desiderio di molte europee nonostante il talento senz'altro indiscusso ma ancora del tutto plasmabile) e un discreto ordine tattico, ma quello del Virrey Carlos Bianchi, dominatore nel 2003 di campionato Clausura, Libertadores e carnefice proprio del Milan in finale Intercontinentale, onestamente era di tutt'altra levatura, potendo contare sulle prestazioni di Carlitos Tevez, Guillermo Barros Schelotto, Nicolas Burdisso e Pato Abbondanzieri. Hugo Ibarra e Sebastian Battaglia sono gli unici reduci di quella formazione, e nemmeno un Loco come Martin Palermo ha potuto molto di fronte al Governo Nesta-Kaladze.
Così il Milan chiude con il terzo trofeo stagionale (dopo Champions League e Supercoppa Europea) un anno di sfarzi e gratificanti rese dei conti -ieri con il Liverpool, oggi con gli xeneizes- impreziosito dalla definitiva consacrazione internazionale di Ricardo Izecson Dos Santos Leite (in arte Kakà) splendido e più compiuto esemplare di calcio moderno, perfetta e superomistica sintesi di tecnica, abilità e vigore fisico, ultimo vincitore del Pallone d'oro e, tra poche ore, del FIFA World Player, secondo le indiscrezioni davanti a Leonel Messi e Cristiano Ronaldo.
Inutile considerare che chiudere la stagione con una vittoria nel derby di Natale contro un'Inter in stato di grazia sarebbe splendido, dal momento che Milano è caput mundi del calcio europeo come forse mai le era accaduto sino ad ora (causa lunghe latitanze interiste, risalenti all'incirca all'età mesozoica).
Ma forse è meglio non esorbitare: ubi maior minus cessat.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma 1 voto alla faccia di digao,
vogliamo darglielo???

dal 7 all'8...cm minimo!!!

andre