venerdì 16 novembre 2007

O cigano Ricardo

Ha spezzato e poi deluso talmente tanti cuori che oggi sembra quasi impossibile sostenere che sì, finalmente, Ricardo Quaresma, esterno del Porto e della nazionale lusitana, ha messo la testa a posto, che ci si può fidare di lui. Gli innamoramenti e i messaggi teneri (dall’Italia hanno provveduto a inviare missive Inter, Juve e Fiorentina) arrivano in riva all’Oceano Atlantico con una frequenza che non lascia sospetti: Quaresma è pronto a fare la differenza per davvero, e stavolta nessuna ricaduta. Le uscite con il nuovo Porto di Jesualdo Ferreira hanno levato parecchi dubbi su un giocatore che dal punto di vista tecnico e fisico illumina l’élite mondiale. L’ultimo salto di qualità, quello mentale, quello decisivo, l’ha ottenuto quest’anno. Questa storia del carattere difficile Quaresma se l’è sempre portata dietro. Laszlo Boloni che lo lanciò in prima squadra allo Sporting lo soprannominava Mustang, come quei cavalli purosangue impossibili da irreggimentare.
Lisbona, Campo de Ourique, vicino Casal Ventoso. Cresce qui il giovane Ricardo Andrade Quaresma Bernardo. Mamma Fernanda e papà Antonio si lasciano presto e Ricardo da giovanissimo va matto per l’hockey a rotelle, ma la sua prima figura di riferimento, il fratello maggiore Alfonso, è pazzo di calcio e nel quartiere è già una star del piccolo Desportivo Domingos Sávio. L’ammirazione di Ricardo per Alfredo rimane ancora oggi sconfinata: «vieni con me che ti faccio giocare!», e l’invito del fratello è un ordine nel cuore di Quaresma, così il Domingos Sávio aggiunge un nuovo attaccante e i pattini e il karate, altra passione del giovane, perdono un praticante che, dato il fisico, poteva venire fuori buono. Due volate nei campi polverosi e subito lo Sporting Lisbona, la squadra del più celebre vivaio portoghese, lo porta a casa, Quaresma ha otto anni. Tutto bene, no? Neanche per sogno. La figura paterna che non può essere presente pesa profondamente sull’infanzia di Ricardo: i celeberrimi tram della capitale portoghese accolgono le sue lacrime: «tutti i genitori venivano a prendere i propri figli, gli chiedevano com’era stato l’allenamento, cosa avevano fatto, salivano sulla macchina e se ne andavano. Per me non veniva nessuno, mia madre doveva lavorare continuamente per mettere qualcosa in tavola. Io rimanevo lì, poi me ne andavo a casa coi mezzi, da solo, quando mio fratello era impegnato nelle categorie maggiori e non aveva i miei orari. Il groppo alla gola lo scioglievo solo quando se n’erano andati tutti. Lo trovavo profondamente ingiusto, mi chiudevo in me stesso ed ero arrabbiato col mondo». Il papà di Quaresma è di origine zingara e Ricardo è sempre andato fiero di questa sua 'diversità' culturale, sempre sottolineata come una sua ricchezza. O cigano, un altro dei suoi soprannomi, è fiero. Mai ammette o ammetterà qualche battutina pesante nei suoi confronti: l’orgoglio gli fa dire che il Portogallo andrebbe meglio se fosse governato da zigani. Adesso è pieno d’oro, ha una serie incredibile di tatuaggi, adotta look spregiudicati, ha raggiunto uno status che lo lascia indifferente alle paternali di cronisti e osservatori invidiosi del suo successo: «Si vede che sei di origine zingara?» - «Mamma è di origine angolana, anche gli africani amano l’oro, e poi a me piacciono tanto gli orologi». Proprio un fratello di Donha Fernanda (è bianca) era una star dello Sporting Luanda, anche se il nomignolo, cioè il battesimo calcistico dei giocatori nati in paesi lusofoni, viene da un lontano parente già capitano e difensore centrale del Belenenses, la squadra più antica di Lisbona: si chiamava Quaresma, Ricardo ne perpetuerà il nome. Le lacrime sui tram non finiscono, la scuola non ingrana nemmeno un po’, ma sul rettangolo verde Mustang non fa prigionieri: il suo talento rapisce tutti i migliori tecnici, César Nascimento, Osvaldo Silva («quello che mi aiutato di più, un maestro di calcio e di vita», dice oggi l’attaccante), Paulo Leitão e Zézinho. Nelle escolinhas del club biancoverde fa sfracelli. Da infantis gioca due stagioni, realizza 63 gol e si laurea campione nazionale nella stagione 1994/95. Altre due stagioni nella categoria iniciado e altri 38 gol. Nella categoria juvenis ottiene finalmente il suo primo stipendio, 10 mila escudos. La stagione 98/99 è piena di soddisfazioni: vince il campionato anche grazie alle sue 33 segnature. Il passaggio tra gli juniores viene considerato superfluo dai dirigenti del Leone. Quaresma è subito assegnato alla squadra B di Alvalade: è la stagione 2000/01 e Harry Potter, un altro dei suoi nick, esordisce contro l’Olhanense. Viene poi convocato per l’Europeo under 16 di quell’anno: grande torneo e finale con la Repubblica Ceca. 14 maggio 2000, Ramat Gan, Israele: Quaresma decide il match con il golden gol e porta la Selecçao a rinverdire i fasti della Geraçao de Ouro, quella di O rei Manuel Rui Costa e di Luis Figo che ha dominato i tornei giovanili. La stagione 2001/02 è quella dell’aggregazione alla prima squadra, proprio con Laszlo Boloni, quello del Mustang, un altro sbalordito dal talento del diciassettenne che deve allenare. Il contratto che viene sottoposto al suo manager di allora José Veiga (oggi direttore generale del Benfica, come cambia il mondo...) scade nel 2004 ma la società, dopo pochissimo tempo richiama in società il calciatore: sente profumo di grande promessa, il contratto si allunga di un anno e la clausola rescissoria viene fissata in sei milioni di euro: stiamo parlando ancora di un minorenne ma a Lisbona qualcuno ha sbagliato i conti. La trafila tra le giovanili dello Sporting ha dato i suoi frutti, grande tecnica di base e coordinazione ineccepibile; il resto ce lo mette il giocatore che ha una forza fisica, un’eleganza e un’inventiva fuori dal comune. Visto il Paese: un’apparizione. Più di un tifoso, più di un osservatore sentenziarono che era dai tempi di Figo e Futre che non usciva un talento del genere dalle porte dell’Alvalade. Anzi, qui il potenziale è pure maggiore. Sotto i cieli biancoverdi sta sbocciando anche il giovane Cristiano Ronaldo, acerbissimo (ha due anni meno di Quaresma), che Sir Alex Ferguson (per merito di Queiroz, il suo vice) ha già adocchiato. L’estate del 2003 sarà la data di addio alla capitale portoghese per entrambi, chi svolta ad ovest, chi a est: per il Mustang non domato ci sono le praterie catalane ma il fantino sbagliato, Frank Rijkaard. Sei milioni di euro più Rochemback vanno allo Sporting, non un affarone. Incomprensioni con l’olandese fanno pure credere che la cifra sia eccessiva. In blaugrana si rianima il ritornello nato nel secondo anno allo Sporting: bravo, ma non è continuo, gli manca la testa. Parte titolare solo dieci volte in stagione: l’ex centrocampista del Milan, inizialmente innamoratosi, come tutti, diventa perplesso. Non gli piacciono certe attitudini, lo qualifica come cambio e resta un giocatore di complemento, senza fiducia né opportunità importanti. L’infortunio al piede destro verso il finire della stagione, che lo toglie dal ballottaggio per l’Europeo da giocare in casa, è una mazzata tremenda. Intervistato durante quell’estate è categorico, «o se ne va Rijkaard o me ne vado io dal Barça». Opzione B per il presidente Laporta che per arrivare a Deco sacrifica il talento portoghese. Ritorno in Portogallo, stavolta a Nord, per Quaresma. Partenza col botto e coppa Intercontinentale in bacheca. Poi una serie di alti e bassi, nel Porto sconclusionato del post Mourinho e le solite accuse. Scolari ha già costruito la squadra per i mondiali, ma il Portogallo chiede la convocazione di Quaresma per Germania 2006 : il battage mediatico infastidisce il permaloso Felipao che lascia all’under 21 l’attaccante esterno (ruolo, inoltre, decisamente coperto nella Selecçao). Per l'intero 2007 -come detto- è però super Quaresma e in Champions ha l'argento vivo: o cigano è diventato grande.

Articolo pubblicato sul Guerin Sportivo del 12 marzo 2007 e sul blog http://bardelleantille.blogspot.com/ da Carlo Pizzigoni.

1 commento:

Fabio Disingrini ha detto...

Un piccolo omaggio a Carlo Pizzigoni, bravissimo giornalista sportivo del Corriere del Ticino e collaboratore del Guerin Sportivo.
Vi invito a visitare il suo blog http://bardelleantille.blogspot.com/