martedì 16 ottobre 2007

Seconda stella a sinistra

di Andrea Garnero

Futbolandia, Futbolandia. Ma dov’è? Cos’è? Ci siete mai stati?
Io sì, molte volte. È nella stessa direzione dell’Isola che non c’è di Peter Pan, salvo che girare alla seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino, all’incrocio tra Parco della Vittoria (quello del Monopoli) e Largo Subbuteo girate a sinistra.
È lì, è bellissima. Immaginate la prima nebbia autunnale, le goccioline d’umido che si poggiano al suolo. Un odore di terra umida entra piacevolmente nelle vostre narici e rinfresca il naso. I lampioni altissimi illuminano tutta Futbolandia: alberi, gente che passeggia o che corre, bambini che giocano a calcio usando come porte delle panchine. Ad un certo punto tra la nebbia si manifestano delle strane costruzioni dalle quali provengono canzoni, non cori, cantati da bambini. Man mano che ci si avvicina, queste strane costruzioni prendono sembianze di bellissimi teatri: teatri del pallone ai quali s’accede senza problemi di transenne, tornelli, code, tessere o biglietti.
A Futbolandia esistono infiniti stadi ed infinite squadre perché è giusto che ogni amante del calcio, possa vedere i suoi eroi giocare in campi sognati nella propria mente sin da piccolo.
Nella mia Futbolandia c’è uno stadio, il più bello: il Do Dragao di Palermo dove la sua squadra, il Deportivo La Spezia, esprime un gioco di alta finitura balistica. Il Deportivo La Spezia è la Squadra con la S maiuscola perché è il sentimento di calcio come lo intendo io: 11 uomini che amano vedere quella palla rotolare, saltare ed essere calciata nella rete.
È la squadra con la più brutta maglia che il dio Pallone avesse mai potuto vedere, i colori sono blu e bordot a quadrettoni tanto che i giocatori sembrano essere usciti da una contrada del Palio di Siena. La maglia presenta un colletto in cotone, nessun nome sulla schiena ed i numeri sono bianchi, cuciti a mano e quindi in rilievo. Bianchi sono anche i pantaloncini, corti corti, non come quelli che si usano al giorno d’oggi fino al ginocchio. L’icona della squadra è il simbolo delle figurine Panini. Durante gli allenamenti invernali, i giocatori del Deportivo La Spezia sono quelli che utilizzano la maglietta della salute, la maglietta di flanella, la maglia, felpa e K-way della squadra del cuore. Hanno il paraorecchi ed i guanti bucati. Inseriscono all’interno della calza di spugna bianca i pantaloni lunghi della tuta e sopra mettono ovviamente il calzettone della propria squadra del cuore. Le scarpette sono rigorosamente comperate nel primo negozio di calcio sotto casa. Per le scarpette a tredici tacchetti la marca Kronos và per la maggiore, ma è la Pantofola d’Oro a sei che tutti hanno e tutti sono orgogliosi d’indossare. I giocatori del Deportivo La Spezia s’allacciano le scarpe facendo passare le stringhe sotto al piede dopo aver tolto la molletta per tenere giù la linguetta. Non tagliano le stringhe per avere il piede più “elegante”. Lucidano le scarpe ogni giorno dopo gli allenamenti tanto che quando piove, sono talmente tante ingrassate, che l’erba non rimane neanche attaccata perché scivola via. Sono quei giocatori che quando il campo è pesante e si mettono le scarpette a sei tacchetti, si divertono a saltare negli spogliatoi per sentire il rumore del ferro sulla piastrella. Sono quei giocatori che usano il tempera matite per affilare il tacchetto non per far male all’avversario, ma per stare in piedi in campo. Sono quei giocatori che portano le loro scarpette in doccia, perché è giusto rispettarle e quindi pulirle. Sono quei giocatori che ogni volta che indossano la maglia ufficiale, la pelle d’oca comincia a manifestarsi dalla schiena fino alla testa. Sono quei giocatori che non vedono l’ora di giocare perché amano vedere la palla insaccarsi nella rete. Sono quei giocatori che per concentrarsi, prima d’entrare in campo ascoltano il brano Sing Sing Sing di Benny Goodman (rigorosamente in vinile). Sono quei giocatori per i quali i bambini allo stadio hanno gli occhi talmente grandi ed illuminati dalla felicità, che puoi capire cosa stiano pensando. Sono quei giocatori che non sputano in faccia all’avversario o si buttano a terra per una carezza. Sono quei giocatori che tassativamente a fine partita stringono la mano all’avversario e salutano tutto lo stadio con un giro d’onore come se fosse sempre festa per una vittoria di Coppa.
Il Deportivo La Spezia è la squadra del cuore. Non è il dream team perché come la pallacanestro insegna, un dream team è possibile, ma il Deportivo La Spezia esiste solo nella mia mente.
Nessun calciatore è di nazionalità italiana e tutti i giocatori hanno alzato al cielo la Coppa dei Campioni almeno una volta.
La formazione titolare prevede: legni custoditi dal rumeno Helmuth Duckadam (campione con la Steaua di Bucarest nel 1986). Linea Maginot costituita da Joao Pinto (campione con il Porto nel 1987), Franz Hasil (campione con il Feynoord nel 1970), Hans-Georg Schwarzenbeck (campione con il Bayer Munchen -Germania Ovest- nel 1975) e da Jaap Stam (campione con il Manchester United nel 1999). Fanteria rappresentata da Ronald Koeman (campione con il Barcellona nel 1992), Paulo Sousa (campione con il Borussia Dortmund nel 1997), Marcel Desailly (campione con l’Olympique de Marseille nel 1993 e con l'A.C. Milan nel 1994) e da Manuel Rui Costa (campione con l’A.C. Milan nel 2003). Diamanti del Deportivo La Spezia Marco Van Basten (campione con l’A.C. Milan nelle edizioni 1989 e '90) e Jari Litmanen (campione d’Europa con l’Ajax nel 1994). Allenatore Brian Clough (allenatore del Nottingham Forest Campione d’Europa nel 1979 e nel 1980).
Sono i giocatori più belli che uno spettatore avesse mai potuto vedere. Alcuni li ho visti solo in fotografia, altri solo in televisione, altri ancora dal vivo. Sono quei giocatori per i quali il calcio non significa denaro bensì passione. Sono quei giocatori che dopo il gol non si sono mai levati la propria maglia. Sono quei giocatori che amano giocare e darebbero la loro stessa vita per la maglia. Come per esempio il mitico portiere Duckadam che per aver parato tutti i cinque rigori nella finale del 7 Maggio 1986, giocata allo stadio Ramòn Sànchez Pizjuàn di Siviglia, subì un gravissimo torto dalla mafia rumena: gli furono rotte tutte le dita di entrambe le mani. Oppure la cucitura a bordo campo al sopracciglio del gigante di Kampen Jaap Stam, durante gli Europei del 2000. Si potrebbero elencare tanti altri esempi, questi sono i più significativi.
Il Deportivo la Spezia è fortissimo a Subbuteo, mentre delude un po’ nel calcio balilla.
È la Mia squadra e per sempre lo sarà. Tutto qui!!!
…che bella Futbolandia…

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Con rinnovato ossequio, ringrazio Andrea per la sua calorosa partecipazione, valendomi del pretesto per ricordargli che anche a Futbolandia i treni a vapore corrono veloci...tra un bicchiere di neve e un caffè come si deve "quest'inverno" passerà.

Anonimo ha detto...

"...Tra un bicchier di coka ed un caffè tiravi fuori i tuoi perchè
E proponevi i tuoi farò..."

andre

Anonimo ha detto...

bello,toccante,ma è stato dimenticato nella formazione tipo chi funambolo disegnava arabeschi sul prato verde lasciando estasiati e attoniti noi spettatori fortunati di queste magie....Roberto Baggio! e chi l'ha visto segnare dal vero il 200 esimo a parma sa cosa vuol dire commuoversi allo stadio!!!

Matteo

Anonimo ha detto...

certo, come dimenticare Il Divin Codino. ma se leggi attentamente ho scritto: "Nessun calciatore è di nazionalità italiana e tutti i giocatori hanno alzato al cielo la Coppa dei Campioni almeno una volta".
Roberto Baggio credo sia italiano, non vorrei sbagliarmi e soprattutto credo che non abbia mai vinto la Coppa Dei Campioni...mi sbaglierò...controllerò sul mitico wikipedia!!!

andre

Anonimo ha detto...

si si,è vero,è italiano e non ha mai vinto la coppa dei Campioni,ma può starci di diritto...diciamo per un diritto divino! e poi lui non ha nazionalità,è mondiale!!!!

Lorè ha detto...

Grande Garga...si vede che sei milanista!!Sei troppo un romantico